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Pier Paolo Pasolini: tornano le "Poesie a Casarsa", rarità del Novecento italiano
09.01.19 - Ansa - Zeno Saracino
Verrà ripubblicato, dopo decenni di assenza dalle librerie, il primo libro di Pier Paolo Pasolini, “Poesie a Casarsa” (1942): quattordici poesie dialettali immerse in un mondo contadino vivo e vibrante, la cui alterità viene accentuata dall'uso del friulano.

Pasolini, riscoperte le "Poesie a Casarsa"
09.01.19 - Il Gazzettino - Lorenzo Marchiori
Per la prima volta viene ripubblicata la raccolta di quattordici liriche in dialetto che l'intellettuale friulano scrisse nel 1942 appena ventenne e che fece stampare a proprie spese dalla Libreria Landi di Bologna.

Nuova edizione per il primo libro di Pasolini
08.01.19 - Il Gazzettino - Redazione
Prende il via ocn un evento di particolare prestigio il 2019 del Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa. Sarà presentata la nuova edizione di "Poesie a Casarsa", primo libro di Pasolini, fra i più rari e "leggendari" del '900 italiano.

Cortina, il super-inverno di «Una Montagna di libri»
07.12.18 - Corriere del Veneto - Veronica Tuzii
«Immagina», la parola d'ordine
La parola d'ordine di questo itinerario letterario lungo cinque mesi sarà «Immagina», perché - come diceva Italo Calvino - «leggere è andare incontro a qualcosa che sta per essere e ancora nessuno sa cosa sarà». Il via venerdì con un viaggio insieme al disegnatore Roberto Abbiati e l'editore Beppe Cantele Ronzani nella «piccola bellezza» dell'editoria, ovvero il neo-artigianato fatto di copertine, font, disegni e arte che fanno particolarmente apprezzare le piccole case editrici.

Al via la terza edizione della ‘Fabbrica delle parole’
04.12.18 - Padovanews - Redazione
[...] Sarà dato spazio anche alle eccellenze culturali venete. La casa editrice vicentina Ronzani Editore parteciperà alla manifestazione con una vasta scelta di libri, edizioni prestigiose e ricercate, e un incontro dedicato alla letteratura veneta: Marco Cavali e Nicola De Cilia racconteranno la letteratura così come vissuta e creata da Meneghello e Parise, passando attraverso Neri Pozza, Virgilio Scapin e tanti altri ancora.

Gianni Poggi “NO DAL MOLIN – LA SFIDA AMERICANA (recensione)
01.12.18 - Nuova Resistenza (testata on-line) - Gianni Sartori
UN LIBRO DA LEGGERE – PER NON PERDERE LA MEMORIA
Una premessa. E' mia profonda convinzione che la lotta contro la base talvolta impropriamente denominata “Ederle 2” (forse per mascherare l'operazione spacciandola per “ampliamento” di una di quelle – già troppe – preesistenti) rientra di diritto – per durata e intensità – nel novero delle storiche battaglie per la difesa del territorio contro le grandi opere. Militari o civili, ma comunque sempre devastanti: centrale nucleare di Lemoiz e diga di Itoiz (Paesi Baschi), aeroporto di Notre Dame des Landes (Bretagna), miniere nella foresta di Hambach (Germania), megacentro commerciale in Taksim Gezi Park (Turchia), TAV in Val Susa…

La figura di Neri Pozza - Dal convegno al diario
30.11.18 - La Domenica di Vicenza (on-line) - Alessandro Scandale
(dall'intervista al curatore, Marco Cavalli)
Perché pubblicare oggi i diari di Neri Pozza? Tra gli inediti di Pozza, e ce n'è parecchi in attesa di essere pubblicati, il diario è il più sorprendente, se non il più interessante. Perché? Perché Pozza non era tipo da dire la sua in un diario. Perlomeno, non un diario come per decenni lo ha tenuto sua moglie, Lea Quaretti. La vita di Pozza è stata sempre esteriore. Non conosceva i dentro-e-fuori che caratterizzano le esistenze degli uomini di cultura italiani. Gli erano estranee le malinconie del letterato, legate al sembrare tanto in società e all'essere in proporzione infinitamente di meno".
Quale aspetto di Neri Pozza ha lasciato più il segno: l'editore, l'artista o lo scrittore? "L'editore, indubbiamente. È stato un grande incisore, ma è in campo editoriale che ha dato la migliore prova di sé. Diceva che un editore che non abbia ambizione è solo un tipografo. Una massima che l'editoria di oggi dovrebbe far propria. Con gli scrittori aveva un rapporto originale, vivacissimo. Ai poeti chiedeva di cimentarsi con la prosa, ai romanzieri con la poesia. Li coglieva di sorpresa procurando loro una verginità di ritorno. Angelo Colla lo ha spiegato molto bene qualche giorno fa, durante le commemorazioni del trentennale della morte di Pozza tenute a Palazzo Baggio".
(continua)