
Vito Santin
TE’L GNENTINTUT DE LE PAROLE (Nel quasi niente delle parole)
Il volume ha ricevuto una menzione di merito all'XI Edizione del Premio internazionale di poesia Don Luigi Di Liegro, presieduta da Manuel Cohen.
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Introduzione di Luciano Caniato
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Predisposto al bello e all'ostinata ricerca della perfezione, Vito Santin cerca e trova una sua strada dopo anni di lavoro consapevole, ma non pubblica, non si fa largo, lascia piuttosto che l'igneo e il tellurico, appreso meditando gli altri, attraversi il suo carattere schivo e appartato fino a trovar luce. La scelta del dialetto è quasi un obbligo, vista la profondità con cui ama la sua piccola patria, Scomigo, frazione collinare di Conegliano, posta a confine tra l'ex città industriale e i territori di Vittorio Veneto. Non un salto nel buio, ma il passaggio dalle umiltà dell'argilla lavorata in precedenza, a quelle della lingua contadina ceramizzata in versi splendenti, come in questi 686 che ora – divisi in dieci sezioni – emergono sorgivi sul bianco della pagina.
(dall'introduzione di Luciano Caniato).
Vej de oro
Al ciel destira vej de oro
su'l mòj de la tera
drìo 'n piover ustinà –
sote 'l vel l'erba se ingà la
e mena i but
but dapartut – che bùliga...
– Sote sote sotetera
nase i putin e la poiṡia
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Veli d'oro Il cielo dispiega veli d'oro / sulla terra bagnata / dopo un piovere ostinato – // sotto il velo l'erba si inebria /e crescono i germogli / germogli dappertutto – che brulicano... // – Sotto sotto sottoterra / nascono i bambini e la poesia
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Vito Santin È nato a Conegliano, Treviso, nel 1950. Vive a Scomigo, frazione collinare del coneglianese. Ha insegnato Educazione Tecnica nella Scuola Media Statale, e fin da giovanissimo ha plasmato l'argilla, creando bassorilievi e ceramiche (1960-1986). Te' l gnentintut de le parole è il suo primo libro di poesia.